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Con la rivoluzione elettrica e il bisogno di una mobilità sempre più sostenibile si sta cercando di diminuire le emissioni inquinanti per il benessere del nostro pianeta. Insieme a questa innovazione e all’incalzante sviluppo tecnologico, aumenterà il numero dei lavoratori a rischio oggi occupati nella produzione, organizzazione e assistenza nel settore automobilistico e dei trasporti urbani ed extraurbani.
Secondo una ricerca di Ranstad Research, nei prossimi 5 – 10 anni, potrebbero infatti perdere il posto di lavoro circa 635.000 meccanici, 610.000 conducenti di mezzi e 400.000 lavoratori occupati nella pianificazione e organizzazione della mobilità di aziende e pubbliche amministrazione, a cui si aggiungono manager, impiegati e operai del settore automotive, per un totale di oltre 1,6 milioni di posti di lavoro.
Ma come la storia ci insegna, c’è anche un altro aspetto, decisamente buono: grazie alla transizione ecologicaPer approfondire leggi "Transizione ecologica: che cos’è, obiettivi e perché è importante". Leggi ed energetica – nasceranno nuove figure professionali e ci saranno milioni di diverse opportunità di lavoro.
Nuovi lavori nel settore della mobilità sostenibile
In base a quanto emerge dallo studio di Ranstad Research, infatti ci saranno ben 135 nuove professioni, frutto del passaggio a mezzi di trasporto più smart e della fine della produzione di auto con motori termici a favore di veicoli a motore elettricoIl motore elettrico è un dispositivo capace di convertire l'energia elettrica in energia meccanica. Essendo privo di parti in movimento, è estremamente silenzioso e ha una vita media molto lunga.... Leggi (o alimentati a idrogeno?).
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Tra i nuovi professionisti dell’imminente futuro troviamo sviluppatori di simulatori digitali per automotive, pianificatori di mobilità urbana sostenibile, esperti di trasformazioni digitali critiche, change manager per la transizione ai nuovi sistemi, gestori di fabbriche dell’economia circolare, gestori di Maas (Mobility As A Service), specialisti di sensoristica ed esperti di telediagnostica.
Si tratta di figure diverse, che vanno dai tecnici e gli operai, agli ingegneri e gli informatici, e ancora artigiani, chimici ed esperti di economia, che saranno protagonisti di percorsi lavorativi nuovi e che oggi, forse, facciamo anche fatica a immaginare, esattamente come è accaduto alla fine degli anni ’90 con le nuove professioni del digitale.
Da segnalare anche i dati offerti da Davide Boati – Executive Director di Hunters – che ha parlato di un aumento del 135% delle ricerche di profili di tipo tecnologico e commerciale legati alle nuove necessità di mercato, come il Business Development Manager E-Mobility (installazione e gestione di colonnine per conto della propria azienda), il Fleet Manager Esperto in E-Mobility (gestione di parchi auto elettrificati e non)e il Sales Manager E-Mobility (vendita di colonnine di ricarica a terzi) che sono tutte professioni legate alle colonnine di ricarica per veicoli elettrici.
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Le abitudini delle persone – in fatto di spostamenti per lavoro, studio e svago – cambieranno completamente e chi, tra giovani e meno giovani, vorrà usufruire di questo processo dovrà adeguarsi a livello professionale: in caso contrario si rischierà di essere tagliati fuori, con conseguenze che si possono facilmente immaginare.
Formazione per le future professioni della smart mobility
Prima di tutto, per cogliere e accogliere questi cambiamenti, bisognerà rafforzare l‘istruzione scolastica e universitaria, oltre che privata. Ranstad Research ha costruito un’utile “mappa” dei percorsi di formazione e ha contato 19 corsi di laurea triennale nell’area “scienze della pianificazione territoriale, urbanistica, paesaggistica e ambientale”, 13 lauree magistrali di “pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale”, 4 lauree professionalizzanti nei percorsi di ingegneria edile e ambientale, 8 istituti tecnici della mobilità sostenibile. Inoltre dalla ricerca emerge che i percorsi universitari triennali e magistrali, oltre quelli professionalizzanti, non sembrano ancora all’altezza di formare un numero adeguato di nuovi professionisti a causa di carenze nel campo della sostenibilità e del digitale e una percentuale di iscritti più bassa della media europea.
Per quanto riguarda invece le attività di formazione come i centri privati e le “academy” aziendali, si stanno dimostrando molto più pronte ad affrontare la sfida e preparare le nuove figure professionali della Smart Mobility, tramite attività di formazione e divulgazione sempre più attuali, in grado di avvicinare le persone ai lavori del prossimo futuro.
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Per diventare professionisti del settore della mobilità e micromobilitàPer approfondire leggi "Micromobilità elettrica: cos’è, vantaggi e normative". Leggi sostenibile sono soprattutto nel campo STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e ovviamente la conoscenza della lingua inglese.
Bisognerà cominciare a vedere questa rivoluzione come qualcosa di buono, un’occasione di crescita per l’Italia e non solo, in cui il nostro Paese deve essere protagonista per evitare di subire cambiamenti che già oggi riguardano organizzazioni private e pubbliche, imprese fisiche e tecnologiche, per convertire e innovare industrie di produzione e aziende di servizi, a favore dei lavoratori italiani e delle loro famiglie.